INTRODUZIONE ALLA LETTERA DI GEREMIA
Caratteristiche
principali
Nelle antiche traduzioni greca e
latina, dopo il libro di Geremia, si trovano, nell'ordine, il libro di Baruc, le
Lamentazioni e la Lettera di
Geremia.
Quest'ultima, per il suo contenuto, si
presenta come un invito a lottare contro l'idolatria. Sotto questo aspetto, la
lettera si colloca nella stessa linea di pensiero di alcuni passi del profeta
Geremia (vedi Geremia 10, 1-16) e della seconda parte del libro di Isaia (vedi
Isaia 44, 9-20).
L'insieme è intercalato
da ritornelli, che permettono una facile suddivisione del testo in piccoli
brani.
Autore e ambiente
storico
Questa lettera, secondo molti studiosi,
non è opera del profeta Geremia, ma un autore che scrisse probabilmente
nel III o II secolo a.C. per mettere in guardia quegli Israeliti che vivevano a
contatto con popolazioni
pagane.
Schema
-
Inutilità degli idoli versetti 1-40
- La
stoltezza del culto degli idoli versetti 41-73
LETTERA DI GEREMIA
Geremia scrisse una lettera a
quelli che stavano per essere condotti prigionieri a Babilonia dal re dei
Babilonesi. Voleva far giungere a loro il messaggio che Dio gli aveva ordinato
di trasmettere. Ecco il contenuto:
ATTENTI
AGLI IDOLI
1 «Il re dei Babilonesi,
Nabucodonosor, vi condurrà schiavi in Babilonia, perché avete
offeso Dio con i vostri peccati.
2 Andrete
dunque in esilio a Babilonia e resterete là per molti e molti anni:
passeranno sette generazioni, ma poi io vi farò uscire di là senza
dover combattere.
3 «Voi vedrete a
Babilonia idoli d'argento, d'oro e di legno portati in processione a spalle.
Essi suscitano timore ai pagani.
4 Ma voi,
guardatevi bene dal comportarvi come quegli stranieri! Non lasciatevi prendere
dal timore davanti a quegli idoli,
5 quando
vedrete la folla far ressa attorno a loro per adorarli. Direte invece nel vostro
cuore: "A te solo, o Signore, si deve l'adorazione!".
6 L'angelo del Signore è con voi e vi
proteggerà.
...SONO UN
INGANNO
7 «La lingua di quegli idoli
è stata modellata da artigiani! Anche se sono ricoperti d'oro e d'argento
sono falsi dèi, e non possono neppure parlare.
8 Come si fa con una ragazza che si vuole fare
bella, quella gente prende dell'oro,
9 fa delle
corone e poi le mette sulle teste dei loro dèi. Talora i sacerdoti pagani
rubano l'oro e l'argento ai loro dèi e poi lo usano per le proprie spese
personali;
10 osano persino regalarlo alle
prostitute sacre. Quegli idoli d'argento, d'oro e di legno vengono vestiti con
abiti, come le persone;
11 ma non sanno
difendersi dalla ruggine e dalle tarme. Portano manti di porpora,
12 ma bisogna pulire loro la faccia,
perché nel tempio si coprono di polvere.
13 Qualcuno di loro impugna lo scettro, come il
governatore di una regione; ma se gli viene fatta un'offesa, non può far
morire il colpevole.
14 Qualcun altro tiene in
mano un pugnale e una scure, ma non può difendersi in caso di guerra e di
fronte ai ladri. «Da tutto questo si vede che non sono dèi.
Perciò non temeteli.
...SI
CORROMPONO
15 «Come un vaso rotto non serve
più a niente, così sono i loro idoli posti nei templi. I loro
occhi sono pieni di polvere sollevata dal viavai dei visitatori.
17 Come si chiudono le porte del palazzo davanti
a chiunque ha offeso il re, per poterlo catturare e condannare a morte,
così i sacerdoti pagani chiudono i santuari dei loro idoli con porte
rinforzate, sbarre e serrature, per paura che i ladri vengano a portarli via.
18 I sacerdoti accendono nei templi più
lucerne che a casa loro, ma gli idoli non possono vederne neppure una.
19 Gli idoli sono come quelle travi del tempio
di cui si dice che, dentro, sono corrose dal tarlo. I vermi divorano i loro
vestiti, ed essi non se ne accorgono neppure.
20
Il fumo delle candele annerisce il loro volto.
21 Sul loro corpo e sulla loro testa si posano
pipistrelli, rondini e altri uccelli; a volte vi arrivano anche i gatti.
22 «Da tutto questo riconoscete che non
sono dèi. Perciò non
temeteli.
...SONO
MORTI
23 «Gli idoli pagani sono stati
ricoperti d'oro per abbellirli. Ma se non c'è qualcuno che raschia la
ruggine, non risplendono. Essi non sentivano nulla neanche quando venivano fusi.
24 Quegli idoli si trovano sul mercato a
qualsiasi prezzo. Sono cose: non danno segno di vita.
25 Sono senza piedi, e perciò vengono
portati in processione a spalle. Così dimostrano a tutti quanto sono
spregevoli. Se ne vergognano persino i loro fedeli.
26 Infatti gli idoli, se cadono a terra, non si
rialzano da soli; anche se li metti in piedi, non camminano per conto loro; se
stanno per cadere non sono capaci di rialzarsi. Mettere offerte davanti a loro
è come metterle davanti ai morti.
27 I
sacerdoti pagani offrono animali in sacrificio a quegli idoli, poi vendono la
carne per fare soldi. Le loro mogli mettono sotto sale una parte di quella carne
e la conservano per sé, senza dare niente ai poveri e ai malati.
28 Anche le donne in stato di impurità, o
dopo il parto, toccano le carni di quelle vittime. «Da tutte queste cose
capirete che non sono dèi. Perciò non
temeteli.
...E' SBAGLIATO CHIAMARLI
DEI
29 «Come si fa a chiamarli dèi?
«Persino donne offrono sacrifici a quegli idoli d'argento, d'oro e di
legno!
30 Nei loro templi i sacerdoti stanno
seduti a capo scoperto, con le vesti strappate, la testa rasata e la barba
tagliata.
31 Urlano e gridano dinanzi ai loro
dèi, come fanno alcuni al banchetto di una sepoltura.
32 Con gli abiti tolti ai loro idoli, i
sacerdoti pagani vestono le loro mogli e i loro bambini.
33 Quegli idoli, sia che ricevano del bene o del
male, non possono restituirlo. Non sono in grado di prendere un uomo e farlo re,
né di farlo cadere giù dal trono.
34 Così non possono dare grandi ricchezze
e neppure pochi quattrini. Se qualcuno ha fatto loro un voto e poi non lo
mantiene, quegli idoli non gliene chiederanno conto.
35 Non possono liberare nessuno dalla morte
né difendere il debole dalla violenza dei prepotenti.
36 Non possono ridare la vista al cieco,
né sostenere chi è in grave difficoltà.
37 Non hanno compassione della vedova e non sono
di nessun aiuto all'orfano.
38 Gli idoli di
legno, ricoperti d'argento e d'oro, sono simili alle pietre delle montagne. I
loro fedeli dovranno vergognarsi di loro.
39
Come si fa allora a pensare o a dire che sono
dèi?
...ANCHE I PAGANI LI
DISONORANO
40 «Persino i Babilonesi
disonorano i loro idoli. Se c'è uno muto lo portano dal loro dio Bel e
gli chiedono di farlo parlare, come se Bel potesse sentirli.
41 Ma essi, con tutta la loro intelligenza, sono
incapaci di abbandonare quegli idoli che non sono nemmeno dotati di sensi!
42 Le donne babilonesi, poi, si cingono i
fianchi con cordicelle e vanno ai lati delle strade, dove si mettono a bruciare
crusca.
43 Se un passante ne porta una in
disparte, quella si concede a lui. Poi, al ritorno, la donna insulta la compagna
che le è vicino, perché è stata scartata e nessuno ha
spezzato la sua cordicella.
44 Tutto quello che
ha a che fare con gli idoli non è altro che imbroglio. E perciò
come si fa a pensare o a dire che sono
dèi?
...SONO PRODOTTI
ARTIGIANALI
45 «Quegli idoli sono stati
fatti da artigiani e orefici; non sono quindi niente altro se non un prodotto
della mano dell'uomo.
46 Se nemmeno quelli che
li hanno fabbricati vivono molto a lungo,
47
come faranno le loro opere a essere dèi? Quegli artigiani hanno lasciato
ai loro eredi solo un imbroglio vergognoso.
48
Infatti se scoppia una guerra o qualche disgrazia minaccia gli idoli, i
sacerdoti pagani si consultano e decidono il posto dove rifugiarsi con i loro
idoli.
49 Come si fa a non capire che non
possono essere dèi, dal momento che non sono in grado di salvarsi da
soli, né dalla guerra né dalle altre disgrazie?
50 Gli idoli pagani non sono nient'altro che
legno ricoperto d'oro e d'argento. Un giorno sarà chiaro a tutti che sono
falsi dèi. Popoli e re riconosceranno che non sono affatto dèi, ma
soltanto prodotto del lavoro dell'uomo. In essi non c'è nulla di divino.
51 Chi dunque non capirà che gli idoli
non sono dèi?
...NON AIUTANO GLI
UOMINI
52 «Gli idoli dei pagani non
metteranno mai nessuno sul trono di un paese, e non potranno mai far cadere la
pioggia.
53 Non sanno nemmeno curare i loro
interessi; tanto meno potranno salvare un altro che subisce un torto. Sono buoni
a nulla,
54 come le cornacchie che girano fra
cielo e terra. Se si incendia il santuario di quegli idoli di legno ricoperti
d'oro e d'argento, i loro sacerdoti scapperanno per mettersi in salvo; gli idoli
bruceranno in mezzo al fuoco come travi.
55 Essi
non possono opporsi a un re né resistere all'attacco dei nemici.
56 Come si fa a pensare o a dire che sono
dèi?
...SONO
IMPOTENTI
«Gli idoli di legno ricoperti
d'oro e d'argento non possono difendersi dai ladri o dai briganti.
57 I ladri sono più forti di loro: rubano
l'oro, l'argento e le vesti, e poi scappano, senza che gli idoli possano farci
nulla.
58 Piuttosto che un falso dio è
meglio un re che sa mostrare il suo potere; è meglio un vaso qualunque
che, in casa, è utile al suo proprietario; è meglio una porta:
almeno essa tiene al sicuro quello che c'è in casa; è meglio una
colonna di legno di un palazzo, piuttosto che quegli idoli falsi.
59 «Il sole, la luna e le stelle brillano e
sono mandati a illuminare; essi fanno volentieri il loro servizio.
60 Anche il lampo, quando guizza, si fa vedere
perfettamente; così pure il vento: soffia per tutta la regione.
61 Quando Dio comanda alle nubi di coprire la
terra, esse ubbidiscono.
62 Anche il fulmine,
quando è mandato dall'alto a devastare montagne e foreste, fa quello che
gli è comandato. Gli idoli invece non assomigliano a queste cose
né per l'aspetto né per la forza.
63 E' chiaro dunque che non si deve pensare o
dire che sono dèi; infatti non sono in grado di far giustizia o di far
del bene agli uomini.
64 Sapete che non sono
dèi, quindi non temeteli!
...SONO
INFERIORI ALLE BESTIE
65 «Gli idoli non
possono né benedire né maledire i re.
66 Non mostrano ai popoli nessun segno in cielo:
non illuminano, come fa il sole; non rischiarano la notte, come fa la luna.
67 Anche le bestie valgono più di loro:
esse almeno possono rifugiarsi in una tana e così essere utili a se
stesse.
68 Non c'è dunque proprio niente
che li dimostri dèi. Perciò non temeteli!
69 «Gli idoli di legno, ricoperti d'oro e
d'argento, sono come uno spauracchio in un campo di cocomeri: non fanno la
guardia a niente.
70 Anzi, sono come un
cespuglio di rovi; sui loro rami vanno a posarsi uccelli di ogni genere. Quegli
idoli sono come un cadavere gettato fuori nelle tenebre.
71 Dai vestiti di porpora e bisso, che
marciscono loro addosso, potrete capire che non sono veri dèi. Marciranno
anche loro e sarà una vergogna per tutto il paese.
72 «E' dunque meglio un uomo giusto, che
vive senza idoli: non sarà mai disonorato».